Immobilità del corpo, immobilità della mente, pienezza nell'Assoluto



Lo yoga è una pratica di immobilità.
Le tecniche respiratorie (pranayama) , la pratica delle posture (asana), le tecniche di rilassamento (pratyahara) e di concentrazione (dharana) e la meditazione (dhyana) hanno tutte un comune obiettivo: fermare il corpo, il respiro, il flusso dell'attività sensoriale e i processi mentali ed emotivi al fine di dimorare nella pura Essenza del Sé, racchiusa metaforicamente nella Grotta del Cuore.
Siamo culturalmente abituati a collegare il concetto di "vitalità" con il movimento fisico e con il processo speculativo/intellettuale. "È la natura dell'uomo", si è soliti dire...ma è davvero così? Il focus sull'attività - troppo spesso frenetica e convulsa- rischia di produrre una falsa identificazione con i processi psico-fisici connessi all'agire nel mondo. Questo atteggiamento è la radice di gran parte dei mali che affliggono da sempre l'umanità, come il senso di vuoto e di inadeguatezza, la mancanza di scopo, l'apatia e l'inquietudine. In questo periodo storico, nel quale siamo tutti chiamati a fermarci o quantomeno a limitare i nostri movimenti e le nostre attività, si assiste a una generale irrequietezza, che si esprime principalmente in una smodata necessità di comunicare e in una ricerca spasmodica di nuove e sostitutive interazioni sociali.
Quando ci viene tolto tutto ciò che ci connota fortemente sul piano della dualità, cosa rimane della nostra identità? Ciò che rimane è ciò che si esperisce nello yoga contemplativo (raja-yoga) : il contatto con il Sé profondo (Atman), oltre i pensieri e le emozioni (citta vritti). L'Atman è immutabile, eterno, sempre presente, sempre cosciente, pura beatitudine, totale pienezza. L'Atman è ciò che siamo. L'Atman è la nostra vera identità, la nostra vera natura.
Per "ascendere alle profondità" della Grotta del Cuore, dimora dell'atman, abbiamo uno strumento potentissimo a nostra disposizione: la meditazione (dhyana).
Approfittiamo di questo momento di immobilità per praticare costantemente le tecniche apprese: esercizi di respirazione, asana meditativi, trataka, ripetizione del mantra So Ham, affermazioni/sankalpa, silenzio.
Rimaniamo sempre connessi alla nostra Sorgente praticando il silenzio: per combattere questa serpeggiante insicurezza abbiamo la preziosa possibilità di rimanere nella consapevolezza della nostra identità immutabile, che è Essere- Coscienza - Beatitudine (Sat Cit Ananda).
Om Shanti

Sandra Prema e Dario - La Grotta del Cuore



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