La Madonna Nera di Oropa

 

La Madonna Nera di Oropa

Nel mese di ottobre abbiamo avuto la possibilità di visitare il Santuario di Oropa, il più importante Santuario mariano delle Alpi. Da più di un anno desideravamo recarci in questo incantevole luogo di devozione per poter ammirare la stupenda statua lignea della Madonna Nera qui conservata. Il Santuario si trova a circa 12 km dalla città di Biella, a 1.159 metri di altitudine, nelle Prealpi biellesi. Il Santuario è immerso nella natura, circondato dalle montagne e dai boschi, ed è per noi uno dei luoghi sacri più belli, potenti e suggestivi mai visitati.

In occasione della festa della Presentazione di Maria al Tempio (21 novembre), celebrazione molto sentita presso il Santuario di Oropa, abbiamo pensato di proporvi un breve approfondimento relativo alla storia di questa antica e meravigliosa Madonna Nera. 

Il complesso del santuario di Oropa include un Sacro monte (patrimonio dell’umanità dell’UNESCO), una chiesa antica sorta sulle vestigia di un antico sacello e il santuario propriamente detto, una struttura monumentale dotata di numerosi ambienti dedicati all’ospitalità dei devoti.

Tradizionalmente la fondazione del santuario è attribuita a S. Eusebio (283-371), il vescovo di Vercelli che nel IV secolo, in fuga dalla Terra Santa, avrebbe portato con sé un’effige della Vergine con il Bambino proprio a Oropa. A Eusebio è attribuita, inoltre, la diffusione del cristianesimo e del culto della Madre di Dio nei territori  dell’attuale Piemonte, al tempo ancora largamente caratterizzati dalla pratica di culti pagani di matrice romano-celtica.

Esiste infatti una teoria - piuttosto diffusa seppur non ancora accertata - relativa alle origini pre-cristiane di questo luogo di devozione e pellegrinaggio.

Alceste Catella, nel suo breve ma documentato libricino dedicato alla Madonna di Oropa (A. Catella, La Vergine bruna di Oropa, San Paolo, Milano 2002) riporta la tesi di Emanuele Sella, uno studioso biellese che ebbe modo di affermare la sostanziale matrice celtica di questo Santuario, ravvisando soprattutto nella conformazione geografica della conca di Oropa il suo tratto inconfondibilmente celtico.

Lo studioso si occupò in particolar modo della caverna di massi erratici (barma, o balma), oggetto, secondo lui, di un culto legato alle Matres/Matronae celtiche, un gruppo di divinità femminili basato sulla fertilità e l’abbondanza diffuso in tutta la Gallia Cisalpina e nelle aree lungo la valle del Reno.

Dunque lo studioso ritenne plausibile associare il culto della Vergine Nera di Oropa a un preesistente culto femminile legato, in particolar modo, al masso erratico sul quale fu edificato il sacello antico di Oropa, ancora oggi parzialmente visibile su un lato della Basilica antica.

L’antico sacello eusebiano, ossia la chiesetta primitiva, infatti, poggiava su questo grande masso scuro, di cui oggi è visibile una parte (gran parte del masso, di dimensioni gigantesche, fu-ahinoi- demolito per permettere l’edificazione della Basilica nel XVI secolo).

 

Tradizionalmente si narra che la statua sarebbe stata portata da Sant’Eusebio dalla Terra Santa intorno al IV secolo d.C., mentre il vescovo fuggiva dalla terribile persecuzione ariana in corso a quei tempi.

Giunto in Piemonte Sant’Eusebio avrebbe quindi nascosto la statua tra le rocce dove oggi sorge la Cappella del Roc, edificata in nel XVIII secolo nel luogo in cui la popolazione locale sin da tempi remoti venerava un masso, roc, per l’appunto, cui venivano attribuiti poteri taumaturgici, propiziatori e di fertilità.

Oropa e la storia della Vergine Nera possono dunque  essere considerati come un esempio piuttosto lampante di culto litico di matrice celtica, risignificato e trasformato in culto della Vergine in tempi cristiani.

Sino a tempi recenti si riporta infatti l’usanza di recarsi a Oropa per impetrare fertilità e guarigione strofinando il proprio corpo sul Masso della Chiesa antica, a testimonianza di una continuità ininterrotta di usi e pratiche remote e mai realmente soppresse e incorporate nel culto di Maria, erede delle funzioni simboliche e rituali delle Matres celtiche.

Il  masso oggi parzialmente visibile presso la Chiesa antica nella quale è ospitata l’incantevole effige della Madonna Nera mostra, a coloro che desiderano coglierlo, l’antico e indissolubile legame del culto mariano con il culto delle Grandi Madri, venerate in Europa e nel bacino del Mediterraneo dagli innumerevoli popoli che furono cristianizzati nei primi secoli successivi alla predicazione di Gesù.

Eusebio, e come lui innumerevoli santi e padri della cristianità latina, scelsero di utilizzare luoghi di culto pagani particolarmente venerati per installare il nuovo culto, e spesso Maria rappresentò, nelle nostre terre e un po' ovunque nel mondo, un ponte tra mondi differenti, che nel culto mariano trovarono un punto d’incontro, similitudine e continuità.

La Basilica Antica, che ospita l’incantevole effige della Vergine Nera,  è stata realizzata nel XVII secolo, in seguito a un voto solenne compiuto dai biellesi durante la terribile epidemia di peste verificatasi nel 1599.

La statua ospitata al suo interno, oggetto di venerazione da secoli, fu realizzata da un’artista valdostano nel XIII secolo, in legno di cirmolo (pinus cimbra). L’autore dell’effige è noto con il nome di Maestro della Madonna di Oropa, uno scultore e intagliatore valdostano attivo tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV secolo in Piemonte e Val d’Aosta. Alla statua della Madonna di Oropa sono attribuiti innumerevoli miracoli e grazie, testimoniati dalla quantità considerevole di ex voto conservati nel santuario.

A partire dal XVII secolo è invalsa la tradizione di incoronare l’effige della Vergine Nera ogni cento anni: a oggi sono state effettuate cinque incoronazioni (1620, 1720, 1820, 1920, 2021).

In occasione della V incoronazione, svoltasi con un anno di ritardo a causa della pandemia di Covid, è stato realizzato un incantevole Manto, realizzato con 15.000 pezzi di stoffa donati dai fedeli, simboleggianti la vita di ciascuno di loro e recanti un’intenzione di preghiera.

I piccoli pezzi di tessuto sono stati cuciti e assemblati tra loro dalle Monache del Monastero di Orta San Giulio e da un gruppo di volontarie biellesi, le quali hanno dato vita a un commovente manufatto di 25 metri, che è stato chiamato Manto della Misericordia.

Un’altra piccola ma significativa tradizione legata all’effige della Madonna Nera di Oropa è nata nel XVIII secolo, e consiste nella pulizia del viso della statua della Vergine e di Gesù. A metà novembre, in prossimità della Festa della Presentazione di Maria al Tempio, la statua viene tolta dalla teca in vetro che la protegge per poter essere pulita. Ogni anno dunque il rettore del Santuario di Oropa deterge con un fazzoletto bianco di lino i volti di Maria e Gesù, ma sul tessuto non è visibile alcuna traccia di polvere.

La stessa operazione viene eseguita sulle parti restanti della statua, le quali però presentano tracce di polvere!

Si tratta di un piccolo grande prodigio che ogni anno attira centinaia di devoti, i quali interpretano questo evento ricorrente come un segno della presenza costante dell’Amore della Madonna Nera.

Fonte: santuariodioropa.it

La salita al Santuario di Oropa rappresenta per migliaia di fedeli una possibilità di percepire la presenza eterna della Grande Madre del Monte, la Madonna Nera, che in tante occasioni ha elargito la propria grazia a coloro che con cuore devoto a Lei si sono rivolti.

Concludiamo questo piccolo approfondimento con una preghiera scritta da Sandra in occasione del nostro pellegrinaggio a Oropa.

Oltre il velo delle sacre nebbie d'autunno

Scorgo il Tuo volto ieratico,

Grande Madre Nera,

Vergine di Oropa, Sorgente di Vita Eterna,

Regina del Monte, Signora dell'eterna Rigenerazione,

Madre delle creature.

A te offro il Mio cuore,

Madre mia: donami la forza di essere al servizio delle creature come Tua Melissa.

Insegnami a portare la Tua Fiamma d'Amore e le Tue Acque di Guarigione e Devozione,

offrendo Sacro Ascolto, Preghiera, Compassione e il Tuo Sacro Tocco.

Signora delle Alture, Madonna Nera, Brigit, Mariam,

Grande Madre del Mondo, a Te dedico la mia vita, oggi, sempre, per sempre.

Ave Maria, Piena di Grazia, il Tuo Amore è con me.

Om Jai Mata Maria Ma,

Ma Bri Ma Bri Ma Bri

Focolare d'amore, Sorgente di Guarigione

Sandra Prema BhaktiPriya

 

Tutte le immagini presenti nell'articolo, salvo ove diversamente indicato, sono state scattate da La Grotta del Cuore nell'ottobre 2023.

 

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