Il Silenzio



"È vero? È necessario? È gentile?" Queste le tre domande che ciascuno di noi dovrebbe porsi prima di parlare, secondo un antico adagio spesso attribuito al mistico persiano Jalal al Din Rumi.
La qualità delle nostre parole riflette la qualità del nostro stato di coscienza, spesso contaminato da opinioni errate, pregiudizi e sentimenti negativi. Far attraversare al nostro dire le tre porte della veracità, dell'opportunità e della gentilezza è un percorso arduo e irto di ostacoli, perché costringe a nuotare controcorrente e spesso a scegliere il silenzio. Il mondo vive di parole urlate, scagliate, spesso menzoniere e generalmente inutili. Ponderare le parole e verificarne la reale utilità significa imparare a dar peso a ciascuna affermazione, a formulare i pensieri in modo diverso, più completo, più profondo, più vero. Effettuata la prova delle tre porte, spesso, si sceglie di non dire nulla, consapevoli dell'inutilità della propria affermazione. La scelta del silenzio è quindi un atto naturale per chiunque abbia intrapreso un percorso spirituale, perché in esso maturano tutti i frutti delle nostre pratiche. "Il silenzio è d'oro", recitava un altro adagio, e tale oro va custodito, protetto, perché in esso risiede la nostra ricchezza. "Perché dov'è il tuo tesoro là sarà anche il tuo cuore" (Matteo VI, 21)


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