Danzando Immobili

 Danzando il caleidoscopio della molteplicità, gustiamo gli innumerevoli sapori dell'esistenza ma ciò che ci rimane in bocca alla fine, probabilmente, è una sensazione di vuoto. Ciò che ci pare di afferrare si dissolve e scivola tra le nostre dita come sabbia del deserto. Più ci affanniamo per prolungare il godimento derivante dalle innumerevoli esperienze che facciamo e alle quali ricorriamo cercando in esse una definizione di ciò che siamo, più la agognata felicità si trasforma in angoscia e ansia. Più ricerchiamo con affanno la natura della nostra Essenza e più la meta prefissata si allontana. Ciò che pensiamo essere la soluzione diventa inciampo e impedimento. 

Fermandoci e contemplando la nostra Natura immobile e immota, invece, qualcosa si muove. Lo Spirito, il Fondo dell'anima, è privo di attività ma ribolle di tutte le possibilità. La dissoluzione della nostra effimera identità in questo Fondo senza fondo è rinascita in verità e integrità. 

La contemplazione è un processo di spoliazione nell'Attimo, lo "stare" in Presenza, nella nudità della Presenza. L'integrazione delle parti non darà mai l'Intero, l'Uno è ciò che è, nel presente eterno. 

In questa consapevolezza (che è adesso fuori dal tempo), danziamo la molteplicità con quel distacco che è perfetto amore, con quell'abbandono che è perfetto amore. 

Serena fine di buon inizio.

 

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